
Aggiungi una pandemia
Perché il lavoro, per molte persone, era già una questione complicata, da rivedere e ripensare, anche con una certa fatica. Per qualcuno da trovare, per altri da sostenere nella quotidianità. Aggiungi a questo, una pandemia.
“L’esperienza del coronavisrus è uno dei cambiamenti più profondi, collettivi, che riguarda le nostre vite professionali, dopo la seconda guerra mondiale”.
Così inizia l’articolo Why a social justice informed approach to career guidance matters in the time of coronavirus, scritto da tre importanti docenti e ricercatori nell’ambito del Career Guidance, Tristram Hooley, Ronald Sultana, Rie Thomesen.
C’è un prima, che è ancora lì, a un passo da noi, in cui si affrontavano problemi come la precarietà, la disoccupazione, il lavoro in nero o il lavoro indecente. Un presente “sospeso”, dicono in molti. E il futuro?
Non basterà aiutare le persone ad adattarsi, suggeriscono gli autori. Bisognerà invece tener conto della “nuova realtà”, che ognuno di noi potrebbe voler portare oltre questo momento.
Leggete l’articolo intero, lo trovate qui. E’ in inglese, ma ben comprensibile anche con il traduttore automatico. Perché è una possibile lettura, di ciò che accade, al di là di quale sia la vostra occupazione.
Etica e Giustizia Sociale
E’ l’Asvis, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile a suggerire nel documento Il decreto cura Italia e i 17 Obiettivi Sostenibili, che sia l’etica a guidarci in questa emergenza.
Emergenza che vede coinvolti tutti, ma non nello stesso modo. Lo stiamo vedendo, anzi lo stiamo immaginando, perché quello che vediamo stando a casa non è sufficiente a comprendere fino in fondo le realtà, diverse, che vivono gli “altri”. Penso a chi lavora negli ospedali, ma non solo. Penso al fruttivendolo, al postino. A chi invece deve stare a casa e non sa come affrontare le spese, agli adulto e/o bambino che a casa vivono condizioni spiacevoli, per rimanere in superficie. A chi non è autonomo. E altro che non so, appunto, neanche immaginare.
Futuri
Abbiamo bisogno di iniziare a “teorizzare” dicono gli autori dell’articolo, e noi aspettavamo questi primi segnali, con impazienza.
Come possiamo essere d’aiuto in questo momento, alle persone che già si rivolgevano a noi e a quelle che si rivolgeranno in futuro?
- aiutando a comprendere la situazione, a livello personale ma anche più di contesto
- aiutando chi è più in difficoltà in questo passaggio a riconoscere le ingiustizie, a saperle “dire”e sostenerli nella ricerca di soluzioni, con particolare riferimento all’accesso di carriere dignitose
- incoraggiando a mettere in dubbio ciò che è “normale”
- incoraggiando le persone a lavorare insieme
- dando un contributo per favorire quel cambiamento sociale, politico e organizzativo, ormai imprescindibile.
Continuiamo a raccogliere, aspettiamo altre riflessioni per proseguire nel ragionamento, insieme.
Perché dobbiamo e vogliamo parlare di futuri possibili, a partire da qui.
Career guidance come opportunità
Non abbiamo ancora molta familiarità con alcuni dei nuovi termini che girano intorno al mondo della progettazione di carriera e del career counselling, la consulenza di carriera.
Il termine stesso carriera ci pone di fronte a diversi quesiti, anche di ordine culturale: ancora troppo spesso ci capita di associare la parola al risultato, piuttosto che al percorso , “la via scelta e seguita nell’impiego, nella professione, negli studi” leggiamo sul Treccani.
Per Cereer Guidance si intendono tutti gli studi, i servizi e le attività che hanno il fine di supportare gli individui, di ogni e età e in qualsiasi momento di vita, a fare scelte nell’ambito educativo, formativo e professionale e a gestire la propria carriera”
Daniela Rosas